L'Ecomuseo dellla Valgerola

L'Ecomuseo della Valgerola è stato formalmente costituito dal Comune di Gerola Alta (delibera C.C. n. 16 del 02.05.2008) con il coinvolgimento delle associazioni, degli operatori e della popolazione.
Dal 2010 l'ambito territoriale dell'Ecomuseo è stato esteso ai Comuni di Pedesina, Rasura e Cosio Valtellino.
Il territorio è principalmente montano ed è posto tra i 400 e i 2500 m.s.l.m. e inserito nella parte elevata nel perimetro del Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi. Questo patrimonio ambientale si caratterizza per la presenza di insediamenti abitati in alta quota, sorti nei secoli, in relazione alle tradizionali attività agricole, all'allevamento e all'utilizzo dei boschi e miniere, sfruttando la forza motrice dell'acqua.
Nonostante il riconoscimento ufficiale sia avvenuto solo nel 2008' le attività proprie di un Ecomuseo erano però già in corso da parecchi anni, attraverso le azioni promosse dai vari gruppi e delle associazioni:

  • Pro Loco Gerola, Pedesina, Rasura e Mellarolo
  • Gruppo folcloristico i "Giaroi"
  • Parrocchie e gruppi parrocchiali
  • A.N.A.
  • Ass. Produttori Valli del Bitto
  • Gruppi sportivi

Tali associazioni, collaborando fra loro e con enti pubblici e privati avevano portato alla realizzazione:

  • Di importanti sagre, eventi e manifestazioni
  • di originali musei quali il "Museo dell'homo salvadego" a Sacco, "La casa del tempo" a Gerola, il museo etnografico a Rasura, il "Museo Vanseraf" al Dosso.
  • Di documentazioni storiche e archivi parrocchiali esplorati, ordinati e strutturati
  • di un presidio "Slow food" per la valorizzazione e la salvaguardia dei prodotti tipici di eccellenza: formaggio Bitto e ricotta d'alpeggio;
  • di un giornalino parrocchiale "Campane e Voci" essenziale per la comunicazione e la coesione della popolazione;
  • di pubblicazioni di testi sulla storia, sulle tradizioni e sull'ambiente;
  • di un gruppo di guide in grado di presentare ogni aspetto della realtà ecomuseale;
  • del gruppo folcloristico "I giaroi" e del coro "Amici di Gerola" e del coro "Sia come un canto di Rasura"
  • Di ampie strutture per l'organizzazione di sagre ed eventi.

Tutto ciò è avvenuto all'interno di comunità con grande senso di identità e di appartenenza, fiere delle tradizioni e pronte ad offrire volontariamente lavoro e contributi per la salvaguardia del proprio patrimonio.
L'inserimento nella rete ecomuseale lombarda ha dato accesso non solo ai finanziamenti (al 50%) ma ha reso possibile la partecipazione ai corsi di formazione e di studio, la consulenza dei vari centri di ricerca, ma soprattutto la conoscenza delle esperienze maturate negli altri ecomusei e la visibilità in importanti eventi in cui la Rete Ecomusei è protagonista.
Dopo aver individuato e catalogato il ricco e variegato patrimonio materiale, immateriale e paesaggistico da salvaguardare e valorizzare, l'Ecomuseo ha dato un grande impulso all'azione focalizzando gli interventi:

  • sulla realizzazione di spazi attrezzati per la conferenza e i dibattiti;
  • sulla nomina di un comitato scientifico per lo studio e la ricerca in modo da capire, conoscere e riscoprire e non solo ammirare ciò che si è stratificato nei secoli;
  • nell'organizzazione di nuove sagre ed eventi in sinergia con tutti i gruppi e le associazioni operanti sul territorio;
  • nell'acquisizione e nel recupero di beni e mezzi di produzione antichi (lavatoi, telaio, forno...);
  • Una particolare attenzione e notevoli risorse sono state indirizzate allo sviluppo delle attività didattiche per la popolazione, i turisti e soprattutto le scuole.

L'Ecomuseo ha suscitato molte aspettative di tipo turistico, ma turismo non significa solo promozione e marketing di un parco a tema. E' indubbio infatti che accorgendosi di migliorare la qualità e la conoscenza del proprio territorio, la qualità di un'offerta di accoglienza ed alimentazione basate sulla produzione locale, controllabili e trasparenti nella filiera, nei prezzi e nella genuinità, garantite da una rete di produttori locali non può che incentivare e sviluppare in modo sano il turismo stesso.

L'Ecomuseo è un territorio dove si fondono natura, storia, cultura e gusto.
Il territorio è un'entità naturale, le cui caratteristiche particolari hanno condizionato la vita degli abitanti che, per sopravvivere, lo hanno modificato nel tempo cercando di adattarlo alle proprie esigenze, osservando e studiando sistematicamente, trasmettendo alle nuove generazioni le esperienze maturate, consapevoli della propria dipendenza e dei rischi di uno sfruttamento dissennato.

"L'Ecomuseo è lo specchio del territorio in cui una comunità si guarda per riconoscersi e in cui cerca la spiegazione della realtà nella quale è radicata." (G.H. Rivière)

L'Ecomuseo è uno specchio che questa comunità presenta ai suoi ospiti per farsi meglio comprendere, nel rispetto del suo lavoro, dei suoi comportamenti, delle sue tradizioni e dei suoi saperi, in intesi, della sua identità.
Il racconto di questa "lotta" con gli elementi naturali, di questo "rispetto" e delle realtive vicende umane, costituisce la "storia", mentre il "modo" di lottare, rispettare e sfruttare la natura, ha dato origine ai "gusti", ai "saperi" che hanno determinato l'identità del patrimonio ambientale e della comunità stessa.

L'Ecomuseo rappresenta quindi un elemento di unione tra passato e futuro e un momento di ricerca, conoscenza, recupero, salvaguardia e sviluppo nel presente per valorizzare storia e cultura attraverso i segni del tempo (formazioni geologiche, reperti fossili), il paesaggio naturale (prati, boschi, alpeggi, laghi, flora e fauna), i segni dell'uomo e della fede (edifici ed opifici, chiese, cappelle e costumi) e i prodotti tipici (formaggio Bitto, ricotta d'alpeggio, capra della Valgerola).

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