Chiesa di Laveggiolo
CHIESA DI LAVEGGIOLO
Gli abitanti della frazione più alta, Laveggiolo, hanno costruito la loro chiesetta non in prossimità della case, ma nell'ampio pianoro sottostante.
La sua costruzione e decorazione, avvenute lentamente negli anni, possono essere seguite attraverso il libro dei conti, conservato nell'Archivio Parrocchiale dove sono annotate diligentemente le entrate e le uscite, a partire dal 1652. Molte offerte sono in natra (segale, burro, formaggio, ricotta ... ) e servono per la "cibaria" dei lavoranti oppure sono vendute all'incanto. Fra le spese curiose merita di essere segnalata quella del 15 giugno 1653: "Per aver dato uno camoscino al Signor Podestà per avere la licenza di lavorare la festa per il gisol di Santo Rocho, cioè quello l'ho dato del mio e preziato lire 4 ". (La proibizione di lavorare nei giornifestivi era legge civile. La licenza veniva perciò concessa dal podestà, che spesso si faceva pagare).
La costruzione della chiesetta risale al 1652 ed è stata benedetta nel 1654, probabilmente sorge sul luogo nel quale erano stati sepolti i morti di peste. È infatti dedicata a S. Rocco, il protettore contro la peste. Il completamento è poi avvenuto lentamente negli anni: la sagrestia è stata realizzata solo nel 1728 dai mastri ticinesi Antonio Dolcino e Pietro Maurelli.
La chiesetta ha il presbiterio coperto a volta, di larghezza inferiore alla navata; il corpo centrale è diviso in due parti da un grande arco, che sorregge i legni del tetto. La facciata ha una struttura che si ripete con pochissime varianti in tutte le chiesette delle frazioni: ha il profilo a capanna, con il campaniletto a vela, ha due finestre basse, di fianco alla porta e una centrale in alto. Sulla parete campeggia la scritta: "Ora pro nobis / Beate Roche / utmereatum (mereamur) / preservari varia / peste ed epidemie (Prega per noi) Beato Rocco, affinchè meritiamo di essere preservati dalla peste e dalle varie epidemie). Restaurata l'a. 1893 FR.EA.B. / 1959 - 1980".